Descrizione
Il toponimo “Zimella”, che nel tempo ha assunto diverse forme, passando da Gemella a Jumella, passando per Zomella, Zumella e Simella, da cui si arrivò alla denominazione attuale, deriva dal latino “GEMINA”, interpretato come il nome della legione romana che qui si insediò nel I secolo d.C. ma anche riferito alla prima famiglia romana che avrebbe occupato il territorio.
Accanto alle tracce di “centuriazione”, le testimonianze archeologiche più antiche rinvenute nel territorio comunale sono le steli funerarie venute alla luce dagli scavi condotti nell’area della chiesa di Zimella: questi cippi funerari sono posteriori alla romanizzazione dei territori veneti, nel periodo successivo alla battaglia di Azio (31 a.C.) mentre le scritte che questi recano sono riconducibili alla tribù Romilia, premiata da Augusto con l'attribuzione di colonie nell'agro atestino (che aveva il suo centro ad Este).
Il Museo Archeologico di Verona conserva numerosi reperti del periodo romano zimellese, ritrovati in zona prevalentemente nel XIX secolo, mentre altri reperti minori, sempre riferibili all'epoca romana sono custoditi nel Museo Civico di Cologna Veneta.
Dopo la caduta dell’impero romano, il territorio subì le sventure e le miserie derivate dalle varie invasioni barbariche. Sottoposta nella seconda metà del X secolo all’autorità del vescovo di Vicenza, che la infeudò ad Alberto dei Conti, dopo l’XI secolo entrò a far parte dei possedimenti dei Maltraversi, che ne conservarono la proprietà fino agli inizi del Duecento, quando passò agli Estensi. Dal 1277 al 1387 Zimella fu in seguito assoggettata alla signoria degli Scaligeri, che realizzò canali e terrapieni, regolando il flusso delle acque e bonificando così il territorio.
Dopo una breve parentesi di dominazione Viscontea e Carrarese, il territorio venne annesso nel 1405 alla Serenissima Repubblica di Venezia. La Serenissima stabilì che, con il nome di “Distretto del Dogato”, questo territorio facesse capo direttamente al Sestiere di Dorsoduro, in Venezia: ciò spiega la presenza di interessanti ville nobiliari nel territorio del Comune, tra le quali Villa Cornaro, Villa Donà delle Rose e Villa Morosini, a Santo Stefano.
La storia successiva alla caduta della Serenissima, sul finire del Settecento, non si discosta da quella del resto del veronese e di tutto il Veneto, ritornato nelle mani degli austriaci dopo la parentesi dell’invasione napoleonica ed annesso all’Italia nel 1866. Con la fine della Repubblica di Venezia e con la conseguente dominazione francese, Santo Stefano, Volpino e Zimella, i quali, sotto la Serenissima, erano stati eretti a municipio, persero tale prerogativa, fino all’anno 1807, quando il viceré Eugenio Beauharnais, figlio adottivo di Napoleone, costituì la “Comunità di Zimella” comprendente Zimella, Volpino, Santo Stefano e parte di Bonaldo.
Più di recente, nel 1982, con la L.R. 02 aprile 1981, n. 12, la frazione di Bonaldo, prima suddivisa tra i territori comunali di Zimella, Arcole e Veronella, è stata interamente aggregata al Comune di Zimella.